Elisabetta Di Maggio
Opera permanente nella Sala Giuseppe Jappelli del Museo della Fondazione Querini Stampalia
2005
a cura di Chiara Bertola
Nel lavoro di Elisabetta Di Maggio il tempo è la materia prima in cui cresce e si dipana la sua preziosa opera, come nei lavori fatti di ghiaccio e di sapone.
Intagliando l’intonaco di un angolo della Sala Jappelli del Museo in arabeschi di forme vegetali, tratti dagli antichi tessuti che hanno un tempo rivestito le sale del palazzo, l’artista compie un viaggio nel tempo indagandone le diverse fasi di sovrapposizione sul muro.
L’artista traccia fili sottili e fragili che tentano di legare insieme passato presente e futuro, inventando mappe di arcipelaghi tenui e improbabili da attraversare e percorrere con lo sguardo.