Giovanni Anselmo
Senza titolo, invisibile, dove le stelle si avvicinano di una spanna in più, mentre oltremare appare verso Sud-Est, e la luce focalizza…
10 Maggio – 24 Settembre 2017
a cura di Chiara Bertola
In concomitanza con la 57. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia
In occasione della 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia Fondazione Querini Stampalia e Krizia hanno promosso la mostra personale di Giovanni Anselmo Senza titolo, invisibile, dove le stelle si avvicinano di una spanna in più, mentre oltremare appare verso Sud-Est, e la luce focalizza…
La mostra, a cura di Chiara Bertola, è stata allestita all’interno dell’Area Scarpa e della Casa-Museo del Settecento ed è stata una riflessione sulla caducità e il trascorrere del tempo che per Anselmo è da sempre geologico, lentissimo, costante.
Come molto spesso avviene nel lavoro di Giovanni Anselmo, il lungo titolo – Senza titolo, invisibile, dove le stelle si avvicinano di una spanna in più, mentre oltremare appare verso Sud-Est, e la luce focalizza… – è come una formula, quasi un piccolo racconto che descrive vere e proprie installazioni che si possono considerare come dei paesaggi da osservare.
Anselmo ha immaginato per lo spazio di Carlo Scarpa un progetto, come sempre per lui, nato dalla precisione e dal rigore essenziale che il luogo stesso gli ha suggerito. Per questa mostra il percorso che ha ideato si dispone e si sviluppa in quattro elementi-opere: un’opera per ogni ambiente, per dare una direzione e immettere una tensione verso l’esterno.
Lo spazio che Carlo Scarpa ha pensato per le esposizioni è, di fatto, uno spazio chiuso e interamente occupato dal suo dettaglio. L’opera di Anselmo riesce a spingerlo oltre e a staccarlo dalla sua forma iconica.
Il percorso della mostra di Anselmo prosegue al secondo piano con un’unica opera posta nel Museo della Fondazione: Particolare,1972-2017.
La mostra che Anselmo ha pensato per la Fondazione Querini Stampalia è un percorso di traiettorie e di direzioni, di pesi e di energie che rappresentano cinque momenti in cui ne viene sottinteso un sesto: il visitatore che si rende partecipe. L’opera è un work in progress perché viene vissuta e vive attraverso lo spettatore. Ripercorrendo la mostra, anche lo spettatore crea una traiettoria nuova.