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Maria Morganti 2017
Caffetteria d\'artista
Maria Morganti, Svolgimento di un quadro
Caffetteria d'artista

Maria Morganti   

Svolgimento di un quadro

Installazione permanente dell’artista Maria Morganti 

realizzata in collaborazione con Giovanni Bonotto 

per la caffetteria di Mario Botta  

 

a cura di Chiara Bertola    

 

Il progetto trova la sua origine dall’opera che Maria Morganti ha dipinto nel 2008 per la Sala dell’Ottocento nel Museo al secondo piano della Fondazione.  

 

In quella sala l’artista si era concentrata sul quadro La Modella (1910) di Alessandro Milesi e in particolare sul fiore tra i capelli della giovane donna, immaginandolo come la tavolozza sulla quale il pittore aveva ragionato sui propri colori.  

 

L’opera di Maria Morganti è l’esito dell’esperienza che l’artista ha vissuto con quei colori e che ha tradotto nei ‘suoi colori’ accumulandoli strato dopo strato, lasciandoli leggibili nel bordo in alto del quadro.   Quando nel 2015 Maria Morganti accoglie l’invito di Chiara Bertola a confrontarsi con gli spazi della caffetteria, decide di tornare al suo quadro verde e al suo diario di pennellate.  

 

“Sono partita da quel fiore dipinto e ‘grumo’ cromatico, assumendolo simbolicamente come fosse il punto condensato del pensiero del pittore, e ho cercato di capire come allargarlo nello spazio. Era possibile pensare a un gesto più ampio? Come si poteva passare dall’intimità all’esteriorità? Ho immaginato che il dipinto si espandesse e che il colore si distribuisse nello spazio. Ho pensato a una dilatazione del quadro nell’architettura, come se ogni singolo strato si sfogliasse tridimensionalmente nell’ambiente. Ho sentito lo spazio di Mario Botta come il luogo che poteva accogliere e contenere il mio colore”.  

 

Inoltre, ciò che ha mosso Maria Morganti è stata la relazione, la sintonia con un’altra esperienza di ricerca e di lavoro che ha portato a far nascere nuove congiunture.  

 

È stato l’incontro con la manifattura tessile Bonotto con cui l’artista è riuscita a confrontarsi in maniera empatica. La sfida era aggiungere un nuovo “strato” alla collezione della Querini e nello stesso tempo, un nuovo “strato” alla collezione dei tessuti Bonotto.

 

L’artista ha tradotto il gesto del dipingere con la pratica del tessere, e ha traslato ogni singolo strato di colore in una tela colorata. Dalla tela come supporto della pittura, alla tela come materia-colore essa stessa. “Se ogni singola pennellata di colore è costituita da tantissime gradazioni, così il tessuto che ho elaborato con Giovanni Bonotto è composto da tanti fili diversi che insieme creano un unico colore.” Da lontano appaiono come grandi campiture monocrome, ma solo quando ci si avvicina si capisce che il colore è invece composto da tantissime sfumature.  

 

Ma l’installazione per la caffetteria si compie nella sua interezza, solo quando saliamo al secondo piano nel Museo e ritorniamo di fronte al suo quadro nella Sala dell’Ottocento vicino alla Modella del Milesi che l’ha inspirato.

 

“Il cerchio si chiude, il progetto si attua nel momento in cui ricomponiamo, attraverso la nostra percezione, il processo a ritroso nel tempo. L’immaginazione torna, dove le cose sono nate.”

 

Immagini

© FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA ONLUS, PARTITA IVA 02956070276 - CREDITI
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Crediti del sito web

Design
Studio Camuffo

Sviluppo
Alvise Rabitti
Giovanni Rosa