Tre nomi, tre storie, tre paesi e un unico comune denominatore: l'arte.
La mostra, realizzata da Galleria d'Arte Maggiore – G.A.M. - Bologna, vuole indagare le idee e i pensieri che si sono tramandati – attraverso le generazioni, il tempo e la geografia – da Roberto Sebastian Matta ai suoi figli Gordon Matta-Clark e Pablo Echaurren.
Per la prima volta insieme, la mostra riunisce negli spazi dell'area Scarpa della Fondazione Querini Stampalia, tre grandi protagonisti dell'arte internazionale.
Gordon Matta-Clark e Pablo Echaurren non hanno in comune solo il padre Roberto Sebastian Matta, figura storica che con le sue tele e le sue sculture ha preso parte al Surrealismo ed influenzato gli artisti americani dell'Espressionismo Astratto, ma con due stili espressivi differenti sono entrambi due personaggi di rilievo della scena artistica contemporanea.
La mostra, curata da Danilo Eccher, prende origine dall'opera di Roberto Sebastian Matta ed attraverso le opere dei suoi protagonisti percorre mezzo secolo di storia dell'arte, vissuta in tre paesi differenti: la Francia, gli Stati Uniti e l'Italia.
Lo spaccato che ne deriva non è delimitato dalla loro storia familiare, per quanto eccezionale, ma amplia i propri confini all'ambiente culturale e politico in cui questi artisti sono stati profondamente coinvolti.
Figli dello stesso padre, ma di madri differenti, sia Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale con la figura paterna ed attraverso l'arte entrambi hanno cercato un dialogo concettuale - impossibile nella vita privata - con Matta attraverso le loro opere pur maturando entrambi, ed ognuno a suo modo, linguaggi singolari e differenti. Se l'affinità con Matta-Clark è riconducibile a un livello formale,estetico-architettonico, in Echaurren l'affinitudine è da ricercarsi nel carattere più propriamente concettuale.
Ad una prima lettura emerge come la socialità, la continua ricerca di un rapporto non solo di partecipazione del fruitore, ma di un suo coinvolgimento diretto o indiretto, fisico o mentale, culturale o sociale, interno o esterno all'opera sia presente nell'opera dei tre.
Non è un caso infatti se alcuni definiscono le figure antropomorfe di Matta sia in pittura, sia in scultura, come "morfologie sociali", come una trasfromazione di passaggio tra i paesaggi interiori e il mondo esterno.