Per rivivere il tempo in cui la Serenissima era “regina dei mari”
La mostra, realizzata grazie alla collaborazione e al sostegno di Società Duri i Banchi di Venezia, conduce lo spettatore dentro il brulichio di attività del porto e dei cantieri nautici.
Nell’epoca d’oro dell’antica Repubblica erano numerosi, concentrati specialmente nel sestiere di Castello. Nascevano lì le imbarcazioni adatte ai fondali bassi della laguna: gondole, sandali, burci. I vascelli progettati per il mare aperto, dalle navi da carico alle galere da guerra che le scortavano, prendevano invece forma all’Arsenale. Quest’ultimo campeggia nella celeberrima veduta di Venezia a volo d’uccello del de’ Barbari, di cui la Fondazione possiede uno dei primi esemplari, ed ora esposto in mostra. Proiettati alle pareti, i dettagli suggestivi della carta, con le rive piene di vita, i mercantili numerosi alla fonda intorno alla Dogana, il traffico in Canal Grande, le scene di regata, daranno la sensazione di muoversi nella Venezia marinara di Jacopo. Sarà una scoperta appassionante confrontarli con le riproduzioni virtuali di altre stampe, di dipinti e rintracciarli nell’incisione originale.
L’affiancano, restaurate, altre opere, tratte dalla spettacolare miscellanea “Arsenale di Venezia e Marina”, pressoché inedita, patrimonio anch’essa della Fondazione.
L’esposizione è a cura di Cristina Celegon e Angela Munari, con la consulenza scientifica di Guglielmo Zanelli. Progettazione multimediale e allestimento “happytobehappywith”.
La mostra nasce in occasione della presentazione pubblica del volume Navi, squeri, traghetti da Jacopo de’ Barbari, curato da Guglielmo Zanelli, con prefazione di Giovanni Sarpellon, edito dal Centro Internazionale della Grafica.